Freedom.
Ti guardi intorno, accorgendoti che sei l’unica da sola al banco. Non ti sorprendi, lo sapevi già, l’hai sempre saputo.
Inizi a prendere gli appunti, mentre la professoressa spiega, e tu senti delle risate.
Non te ne curi, ma iniziano a salire le lacrime quando un brivido, un dubbio ti sale per la schiena.
Stanno ridendo di me?
Con la coda dell’occhio guardi l’unica persona che puoi dire di odiare veramente in quella classe, e osservi come ride, indicandoti, col compagno di banco.
Stanno ridendo di me.
Perché?
Ti tocchi i capelli.
No, non credi di avere più pezzettini di carta tra i capelli. E’ difficile dirlo, hai una criniera di ricci e prima hai dovuto farti aiutare dal compagno del banco dietro per toglierli.
Non ti sei neanche arrabbiata, un po’ ci sei abituata.
Freedom.
Tra qualche giorno è il mio compleanno, pensi, qualcuno mi farà un regalo? O forse no, non ci devo sperare…
Cerchi di distrarti, continui a prendere gli appunti, frenetica, mentre quelli continuano a ridere, ridere per tutta l’ora.
Quando la professoressa se ne va, una compagna si avvicina.
“Ehi, Gio, usciamo in corridoio?”
“S-sì, aspetta che prendo la m-merenda…”
Aspetti che i compagni escano, prima di iniziare a far uscire le lacrime.
“Gio, ehi, che succede?” piangi solo davanti a loro cinque, le tue amiche, quelle che sai che, chi più chi meno, ti vogliono bene.
O almeno lo speri.
“Lascia stare quello lì, è uno stronzo, lo sai!” cerca di consolarti Virginia, la più schietta del gruppo, e tu cerchi di sorridere, e ridi.
Speri davvero che in quel liceo riuscirai a trovare quella libertà che hai sempre cercato.
‘Maestra, Giorgia è cattiva, è violenta! Mi ha fatto male!’
Scusatemi, non volevo. Sono troppo manesca. Forse se riesco a trattenermi un po’, non farò più del male a nessuno…
‘Certo che Giorgia è davvero asociale! Guardatela! Non fa altro che studiare, ci credo che la maestra la preferisce! E sta sempre seduta al banco, da sola’
Capisco, non vado bene. Devo provare a socializzare, credo. Sono da sola, in effetti mi piacerebbe avere un’amica. Quando andrò alle medie prometto a me stessa che sarò più solare, ci proverò…!
‘Giorgia è davvero ridicola. Che secchiona, la prof la favorisce sempre. E poi, quando la fai arrabbiare diventa un tantino manesca…’
No, no. NO. Oddio no, devo tentare, devo… Non va bene così, non vado bene. Non posso smettere di studiare però! Devo essere più solare e… e… al tempo stesso devo trattenermi, devo trattenermi nel chiedere implicitamente sempre aiuto, devo riuscirci, e devo anche tentare di non alzare le mani… Lo farò solo quando un’amica sarà nei guai, lo giuro. E devo uscire di più, devo…
Tiri la manica di Carolina, tua amica sin dalle medie. Anche se è difficile capire cosa pensi, non sai se sei un peso per lei oppure no. La consideri la tua migliore amica, lei no. Ma va bene così, non hai molte amiche e cerchi di essere cordiale e conciliante il più possibile.
“Caro, senti, ti va di andare al cinema uno di questi giorni?”
“Sì, certo. Ragazze, venite tutte?”
Senti improvvisamente freddo.
Quasi ti risalgono le lacrime, ma le trattieni.
Voglio libertà. Vi prego.
Liberatemi da tutto questo dolore.
Liberatemi, voglio più luce, sono stanca di vivere nell’ombra della mia anima.
Liberatemi!